Dopo mesi passati dietro una scrivania a sognare di posti lontani dalla mia quotidianità mi ritrovo davanti al mio pullman pronta per partire. Lascio la mia valigia in mano ad un simpatico accompagnatore che si presenta con il nome di Ugo. Sono eccitata e frastornata allo stesso tempo, ho desiderato tanto questo viaggio. Finalmente dopo mesi e mesi riesco a sfamare ancora un po’ di quella voglia che scorre nel mio sangue di viaggiare, conoscere, scoprire.
Questa volta le mie destinazioni hanno il sapore di luoghi “vicino” casa: Costa Azzurra, Provenza, Lingua d’Oca e ancora giù oltre il confine con la Francia che mi catapulta in una città senza spazio né tempo di nome Barcellona. Ma facciamo un passo indietro. Non mi aspetto molto dal sud della Francia, parto nella convinzione che tutto sommato non sia poi così diversa dalla mia Italia…
Questa volta le mie destinazioni hanno il sapore di luoghi “vicino” casa: Costa Azzurra, Provenza, Lingua d’Oca e ancora giù oltre il confine con la Francia che mi catapulta in una città senza spazio né tempo di nome Barcellona. Ma facciamo un passo indietro. Non mi aspetto molto dal sud della Francia, parto nella convinzione che tutto sommato non sia poi così diversa dalla mia Italia…
Nulla di più lontano dalla realtà. Appena passato il confine mi ritrovo immersa in cittadine dal profumo di tempi passati, di culture mischiate mentre sentimenti di patriottismo escono dietro ad ogni angolo. La mia prima tappa del mio viaggio si chiama Nizza, o Nissa.
E’ immersa tra il mare e le alpi marittime, si arriva a lei dopo un lungo tratto di quella che i francesi chiamano la Moyenne Corniche, una spettacolare strada a strapiombo sul mare che unisce Mentone alla stessa Nizza. Difficile non innamorarsi subito di questo tratto di costa e decido di scattare subito alcune fotografie. Una piccola penisola si stacca dalla costa e delinea nel mare quella che sembra essere proprio una coda di balena, quella “coda” è chiamata Cap Martin.
La mia guida non la smette di parlare… sono sicura che ha anche raccontato la storia di quella penisola che ahimè scappa ad uno dei miei cinque sensi concentrati tutti in uno: la vista, a cui dedico ogni millimetro di questa terra.
E’ immersa tra il mare e le alpi marittime, si arriva a lei dopo un lungo tratto di quella che i francesi chiamano la Moyenne Corniche, una spettacolare strada a strapiombo sul mare che unisce Mentone alla stessa Nizza. Difficile non innamorarsi subito di questo tratto di costa e decido di scattare subito alcune fotografie. Una piccola penisola si stacca dalla costa e delinea nel mare quella che sembra essere proprio una coda di balena, quella “coda” è chiamata Cap Martin.
La mia guida non la smette di parlare… sono sicura che ha anche raccontato la storia di quella penisola che ahimè scappa ad uno dei miei cinque sensi concentrati tutti in uno: la vista, a cui dedico ogni millimetro di questa terra.
Dopo qualche kilometro passato con il naso attaccato al finestrino decido che è il momento di prestare attenzione ai racconti della nostra guida. Lo sento parlare della “Perla della Costa Azzurra”, della “Promenade des Anglais”, di uno charme racchiuso in una breve striscia di terra chiamata Costa Azzurra. La mia curiosità crescere ad ogni kilometro. Sono eccitata e non vedo l’ora di arrivare in questa città, territorio di confine, a lungo contesa tra Francia e Italia.
Sotto le ruote del nostro pullman la Moyenne Corniche si accinge a terminare e, una sua ultima curva mi svela in tutto il suo splendore il profilo di una città che in Francia è quinta per numero di abitanti. Nizza mi appare davanti come distesa, adagiata tra una pianura delimitata dal massiccio montuoso del Mercatore (oggi ribattezzato Mercatour) e le acque del mar mediterraneo. La città offre anche due fiumi di solito in secca durante l’estate: il Paviglione e il Magnano. Varie colline dominano la città, la più conosciuta di queste è senza dubbio la collina di Cimiez dove incontro rovine di anfiteatro di epoca romana e, uno dei più famosi e lussuosi alberghi presenti in città: il Regina Margherita, un tempo albergo ora sede di appartamenti di lusso, così chiamato in onore della Regina d’Inghilterra che amava soggiornare in questi luoghi. (e a guardarlo bene come darle torto?!).
Sotto le ruote del nostro pullman la Moyenne Corniche si accinge a terminare e, una sua ultima curva mi svela in tutto il suo splendore il profilo di una città che in Francia è quinta per numero di abitanti. Nizza mi appare davanti come distesa, adagiata tra una pianura delimitata dal massiccio montuoso del Mercatore (oggi ribattezzato Mercatour) e le acque del mar mediterraneo. La città offre anche due fiumi di solito in secca durante l’estate: il Paviglione e il Magnano. Varie colline dominano la città, la più conosciuta di queste è senza dubbio la collina di Cimiez dove incontro rovine di anfiteatro di epoca romana e, uno dei più famosi e lussuosi alberghi presenti in città: il Regina Margherita, un tempo albergo ora sede di appartamenti di lusso, così chiamato in onore della Regina d’Inghilterra che amava soggiornare in questi luoghi. (e a guardarlo bene come darle torto?!).
Il dualismo tipico di città di confine lo ritrovo nella “vecchia” Nizza. Il porto è senza dubbio quello che colpisce più di tutto, l’impressione che si ha è di essere in uno di quei piccoli paesini della Liguria, fatti di case dai mille colori che si gettano nelle acque del loro porto.
Difficile non sentirsi a casa e, sorrido divertita quando mi accorgo che anche le strade della vecchia Nissa, così chiamata la città in ligure, sono scritte in due lingue: in francese Rue Santa Marie e in nizzardo Carrera Santa Maria. Ma un racconto della nostra guida locale mi lascia letteralmente senza parole. Ci fermiamo davanti al comune di Nizza dove ci viene mostrato lo stemma della città: un’aquila. Buffo a dirsi ma quest’aquila, in tempi non poi così lontani, decretava l’appartenenza della città ad un popolo piuttosto che ad un altro. Come? Con la sua testa, se voltata verso la Francia Nizza era città francese, se voltata verso l’Italia Nissa era città italiana. Divertente scoprire quante volte abbia voltato il suo sguardo di qua e di là. Ma è tempo di proseguire oltre, il famoso mercato di Nizza mi attende. Variopinto anch’esso, colorato da mille spezie e da mille profumi. La lavanda sembra farla da padrona ma non manca frutta, verdura e spezie di ogni tipo, dallo zenzero alla cannella. La gente compra, ride, si ferma a conversare. Ogni cosa qui sembra avere un proprio tempo, un tempo per vivere, un tempo per godersi la vita magari in uno dei tanti bistrot che si affacciano sulla piazza.
Qui verso il tardo pomeriggio le bancarelle lasciano il posto a centinai di sedie e sgabelli pronti ad accogliere turisti e locali per un drink prima di una bella passeggiata sulla Promenade des Anglais. Già la passeggiata degli inglesi come tradurremmo noi in italiano. Difficile non notare come Nizza viva sulla Promenade des Anglais, 7 km di lungomare (è davvero lungo e soprattutto ampio!), dove tutti, ma proprio tutti, si ritrovano per passeggiare, pattinare, andare in bicicletta o più semplicemente per sedersi su una panchina ad ammirare un sole che muore ogni sera nelle acque del Mediterraneo. Mi piacerebbe fermarmi con loro a vedere quel sole, ma 670km mi separano dalla nostra definitiva meta: Barcellona.
continua...