Andalusia - Gennaio 2007


La mia prima tappa si chiama Torremolinos, simpaticamente la battezzo la “base”, base da cui comincia la mia meravigliosa avventura in una terra, per me ancora sconosciuta, di nome Andalusia. Apprezzo immediatamente la lingua spagnola e adoro ripetere il nome di questa regione con la tipica S, che impone di mettere la lingua fra i denti e ti regala subito un caliente sapore spagnolo. Torremolinos è la tipica cittadina turistica, con tanti alberghi che si affacciano sul lungo mare, negozi e bancarelle di ogni genere. Il periodo in cui mi ritrovo a visitarla non è dei migliori: è gennaio, ma nonostante la temperatura esterna risulti toccare i 18°, (oso addirittura aggirarmi tra le sue viuzze senza giaccone), noto subito che non vi troverò la tipica movida spagnola. Non mi meraviglio nel trovare la maggior parte dei negozi chiusi e, pochi turisti, mentre mi meraviglia constatare che la maggior parte degli abitanti sono inglesi in pensione, che vista la temperatura se ne vanno addirittura in giro in maglietta! La prima impressione che ne ricavo non è delle più avvincenti, ma non mi demoralizzo il viaggio è appena cominciato...

Il giorno seguente la partenza è alle 6.30, 240Km mi separano dalla mia destinazione: Siviglia.
Appena imbocco l’autostrada mi rendo conto che la Costa del Sol è zona prettamente turistica, la vera Andalusia è ora di fronte ai miei occhi. Colline, colline e ancora dolci colline piene di oliveti, ampie e fertili pianure sono interrotte da paesaggi desertici, quasi lunari, campi di grano e pascoli di tori e canyon.
Padroni indiscussi di questa zona risultano essere i cosiddetti “pueblos blancos”. Mi incuriosiscono a tal punto che decido di fermarmi a dare un’occhiata ad uno di esso. Tutti mi indicano un solo nome: Ronda.
Di tutti i paesini dalle case bianche sicuramente Ronda è il più visitato e, appena arrivo ne comprendo subito il motivo.
E’ arroccato su un altopiano e spaccato, letteralmente spaccato, in due dal fiume Tajo. Rimango colpita dalle sue tipiche case bianche ma è senza dubbio la vista del ponte costruito, sopra un burrone alto 180m, che mi lascia letteralmente senza fiato! Come diavolo avranno fatto mai a costruirlo? È la domanda che mi sorge spontanea ma visto che non posseggo nessun tipo di conoscenza architettonica mi limito ad ammirarlo e, come altri decine di turisti a fotografarlo. Cerco di andare oltre, nonostante ne sia rimasta affascinata come una bimba di fronte ad un numero di magia, non faccio in tempo a girare l’angolo che i miei occhi si perdono nuovamente attraverso strade tortuosamente intricate, piccole piazze, interni di case, per poi fermarsi alla “Plaza del Toros”, la più antica piazza di Spagna, leggo che risale al 1748.
Fa un certo effetto entrare a visitare l’arena. Per qualche ora mi immedesimo nel toro visitando la stanza dove viene trattenuto prima della corrida e, il tragitto che deve compiere fino alla famosa porta rossa attraversata la quale lo vedrà nell’arena di fronte al torero e, di fronte alla sua inevitabile morte. Mi dicono che il toro “vede” con le corna e che è assolutamente vietato toccargliele prima che affronti il torero, ingenuamente mi chiedo se questo venga sempre rispettato e, insieme capisco quanto la vista di una corrida non sarebbe spettacolo gradito ai miei occhi!

E’ spettacolo meraviglioso, invece, l’arrivo nella capitale andalusa: Siviglia. E’ amore a prima vista! Subito ai miei occhi appare lo spirito di questa città: uno strano crocevia tra moderno e antico, un miscuglio di civiltà e strutture architettoniche di rara bellezza. L’Andalusia per 700anni è stata sotto il dominio mussulmano, difficile quindi non imbattersi nell’influenza di questa cultura, è ovunque nell’aria, la si respira in ogni angolo di strada e, in più di ogni altra cosa, nella Giralda torre/simbolo della cattedrale di Siviglia (un tempo moschea!). All’interno della cattedrale giacciono le spoglie di Cristoforo Colombo, o forse no, la nostra guida ci spiega che ci sono cinque posti al mondo che rivendicano di avere le sue autentiche spoglie. La domanda sorge spontanea: dove la verità? La risposta pare restare un mistero...
Proseguo la mia visita attraversando il fiume Guadalquivir, ritrovandomi così nella Cartuja, quartiere moderno costruito in occasione dell’Expo del ’92, proseguo ancora visitando la torre dell’Oro. Il suo nome? Forse perché un tempo ricoperta d’oro o forse semplice magazzino per l’oro in arrivo con le navi che inevitabilmente dovevano passare di lì per entrare in Siviglia. Continuo la mia esplorazione per poi fermarmi, è proprio il caso di dirlo, sulla famosissima Plaza de Espana emblema dell’esposizione del 1929. E’ un vero e proprio capolavoro, finemente decorata con centinaia di azulejos, piastrelle di maiolica spagnola. Immagino di sembrare un’indemoniata dalle centinai di fotografie che riesco a scattare di quel luogo prima di abbandonarlo per visitare l’interno della cattedrale insieme alla casa reale più antica di Spagna: “Los Reales Alcazares” capolavoro dell’arte mudejar.
Mi rifiuto categoricamente di lasciare Siviglia prima di aver assaggiato le famose tapas, il che mi spinge a ricercare luoghi fuori dai tipici tracciati turistici e, senza rendermene conto mi perdo nel barrio di Santa Cruz, un nucleo di antiche viuzze arabe dalle case bianche con balconi fioriti.
Quello che subito colpisce è la vivacità con cui vengono decorate tali case, nonostante siano tutte rigorosamente bianche, decine e decine di vasi sono appesi non solo ai davanzali delle finestre ma addirittura a muri delle case. L’insieme che ne deriva è caldo e accogliente, come il meraviglioso carattere spagnolo: vivace, sorridente e mai scostante! Innamorato dell'amore e della vita...

Il giorno dopo parto alla ricerca della mia prossima destinazione: Cordova, mi rendo conto che nessun’altra città mi resterà dentro come Siviglia, dalla quale non vorrei più staccarmi, ma il viaggio devo continuare e proseguo la via verso la Sierra Morena.
Una curiosità mi si presenta subito: un’immensa figura nera raffigurante un toro si staglia in lontananza su di una collina. Che cos’è? E’ un'ex pubblicità, di un liquore per l’esattezza. All’epoca in cui uscì 256 tori furono istallati in tutta la Spagna. Qualche anno dopo, quando in Spagna fu vietata la pubblicità di liquori sulle autostrade, la maggior parte di essi vennero rimossi, ma quando l’ufficio del turismo si rese conto che quel toro veniva ormai associato a simbolo della Spagna stessa da qualsiasi turista, chiese al governo che ve ne fosse lasciata la sagoma nera.
Oggi 56 tori, seminati qua e là per tutto il territorio nazionale, fanno bella mostra di sé... senza contare i centinai di adesivi di "tori neri" che si possono trovare attaccati a qualsiasi macchina italiana!?

L’arrivo a Cordoba nel primo pomeriggio mi lascia tutto il tempo per visitare il centro storico annesso alla Mezquita: un susseguirsi di vie contorte e bianche con patios fioriti di gerani, aranci e limoni. Innumerevoli negozietti vi si nascondono all’interno. L’esterno della Mezquita, un tempo anch’essa moschea, non mi attrae particolarmente. Ma chiunque mi dice che vi devo assolutamente entrare e, solo quando sono all’interno ne comprendo il vero motivo. Quello che travolge il mio cuore e i miei occhi è uno spettacolo di emozionante bellezza. 856 colonne in granito e marmo bianco e rosa adornano quello che sembra essere un quadrato al cui centro si erige una maestosa cattedrale. Sì proprio così, una cattedrale dentro una moschea, due religioni e due modi di concepire lo spazio per il culto uno dentro l’altro. Difficile spiegarlo a parole... Cerco di ascoltare la mia guida, centinai di anni di storia sono racchiusi in quattro mura che al di là del tempo e dello spazio sono lì a raccontare una storia a chiunque la voglia ascoltare. Cerco di far tesoro di ogni parola, di fotografare ogni angolo, ogni luce, ogni atmosfera, anche se mi rendo conto che le maggiori emozioni sono e resteranno quelle fotografate dal mio cuore.

Proseguo il mio cammino, anche se mi rendo conto che ognuna di queste città meriterebbe di essere vissuta più a lungo. Sono sincera quando ho pianificato il mio viaggio non mi sarei mai aspettata che l’Andalusia mi avrebbe colpito e affondato in questo modo!

Granada è la penultima tappa del mio viaggio. Situata tra le falde della Sierra Nevada e la valle della Vega di lei mi restano impressi nel cuore due meravigliosi ricordi. Il primo è senza dubbio l’Alhambra, un surreale e fiabesco palazzo da mille e una notte, usato dal sultano, in tempi lontani, come residenza. Rimango a bocca aperta nell' ammirare le volte finemente decorate con stucchi raffiguranti conchiglie, fiori, stelle e versetti del corano.
In ogni stanza riesco a riconoscere i tipici azulejos, adornano ogni cosa: colonne, pareti, soffitti. Impressionante è constatare i km di canaline d’acqua che scorrono in tutto il palazzo, solchi nel pavimento creati con un duplice scopo: rinfrescare l’ambiente ed armonizzarlo (è risaputo il lento scorrere dell’acqua favorisce un dolce relax!). Il secondo meraviglioso ricordo che mi resta è uno spettacolo gitano che consumo la stessa sera in un locale del tipico quartiere del Sacromonte a pochi chilometri da Granada. In una cueva, insieme a zingari gitani scopro un ballo tanto malinconico quanto pieno di passione: il flamenco. E’amore a prima vista. E’decisione presa, lo voglio imparare appena farò rientro nella mia Milano.

La mia ultima tappa si chiama Malaga di lei mi resa un dolce ricordo legato ai quadri di Picasso, del quale visito il museo a lui dedicato dall’ottobre del 2003.

Ma prima di salire nuovamente sull’aereo che mi porterà definitivamente a casa, mi fermo a passeggiare sul lungo mare, dove ritrovo un po’ di quella mitigata atmosfera, di quell’amore, passione, gioia e rispetto per la vita che solo qui, in una terra chiamata Andalusia, ho saputo trovare...













Now it's your turn... Have a nice trip!
Documenti necessari:
è sufficiente munirsi di carta d'identità valida per l'espatrio. La patente italiana è riconosciuta e si può liberamente circolare sia con auto propria che noleggiata.
Assistenza:
Per aver assistenza sul luogo è necessario farsi rilasciare dalla propria ASL il modello E111 oppure esibire la tessera magnetica del Sistema Sanitario Nazionale.
Fuso orario:
Nessuna differenza con l'Italia.
Moneta:
La moneta ufficiale è l'euro.
Il clima:
Le estati andaluse sono famose per essere torride, gli inverni sono brevi. La temperatura annuale media varia tra i 16°C e 18°C.
Alberghi:
questi sono gli alberghi provati da me che consiglio caldamente per ospitalità, pulizia e confort.
- Torremolinos: Hotel Cervantes
- Siviglia: Barcelo Rinacimiento
- Cordoba: Eurostars Conquistador
- Granada: Andalucia Center Hotel
- Fuengirola: Las Piramides